PESARO – Il consiglio provinciale ha approvato il rendiconto 2024 (voto a favore per ‘La Casa dei Comuni’, contraria ‘La Nuova Provincia; ndr). L’ente di via Gramsci chiude con un risultato di amministrazione pari a 23 milioni e 710mila euro. La novità è l’aumento degli accantonamenti nel fondo crediti di dubbia esigibilità per sette milioni e 400mila euro, per crediti vantati dalla Provincia nei confronti della Regione, relativamente alla gestione delle funzioni fondamentali nel passaggio di competenze del 2015. Cifra che si aggiunge agli oltre tre milioni che tutti gli anni l’ente accantona per la vicenda Centri per l’Impiego, «dal momento che la Regione – hanno sottolineato i dirigenti provinciali - utilizza i locali di nostra proprietà ma non riconosce il rimborso». L’accantonamento totale ha quindi superato gli undici milioni: ne è derivato un disavanzo di due milioni nel 2024, che in ogni caso la Provincia ha ripianato interamente nel 2025 nella stessa seduta consiliare odierna di approvazione del rendiconto.
IL RIEPILOGO - Dall’ammontare dei crediti che la Provincia vanta nei confronti della Regione, ha riassunto la dirigente al Bilancio Patrizia Omiccioli, è nato un contenzioso, la cui procedura è stata notificata nel 2023 al Tribunale di Ancona. «Il principio contabile non prevede la necessità di effettuare accantonamenti, trattandosi di trasferimenti tra enti. Ma con il contenzioso attivato, seguendo le indicazioni della Corte dei Conti, abbiamo predisposto un accantonamento straordinario, comunque ripianato nell’esercizio 2025. Così sterilizziamo buona parte dei crediti e mettiamo in sicurezza il bilancio dell’ente». Il percorso è stato fatto con l’affiancamento dell’Upi nazionale: «Si è cercato di trovare un criterio oggettivo per accantonare queste cifre partendo dal 2015, prendendo a riferimento la numerosa giurisprudenza della Corte dei Conti, con riferimento alle percentuali di accantonamenti legati ai contenziosi». Il disavanzo è di carattere straordinario e non gestionale: «Lo dimostra il fatto – ha proseguito la dirigente - che la Provincia ha evidenti saldi positivi alle voci equilibrio di competenza (in attivo per circa nove milioni) e bilancio (in attivo per cinque milioni). Quindi la gestione del 2024 era in perfetta salute, solo l’accantonamento straordinario ha portato al disavanzo». La Provincia lo ripiana «in una sola annualità (nel 2025), al fine di non inficiare il risultato degli esercizi successivi e non lasciare alle amministrazioni future una situazione di squilibrio. Non vengono intaccati i fondi del bilancio 2025, ma si utilizzano risorse aggiuntive». Ovvero: «Economie ottenute dalla sospensione dei mutui per 703mila euro, dopo il nuovo accordo quadro sulla sospensione del pagamento della quota capitale delle rate dei mutui agli enti locali sottoscritto lo scorso marzo da Abi, Anci e Upi. Poi alienazioni di terreni previsti e in corso di perfezionamento sul 2025 per 900mila euro e applicazione di parte delle alienazioni in avanzo per altri 420mila euro». Ancora: «L’avanzo vincolato ammonta a otto milioni e mezzo, di cui quattro milioni e mezzo destinato agli investimenti (tre milioni e 600mila euro per la viabilità, 800mila euro per l’edilizia scolastica; ndr). Tutte le risorse Pnrr (oltre 46 milioni) vengono gestite in bilancio, attraverso l’uso del fondo pluriennale vincolato».
L'OPERAZIONE - Ha rilevato il capogruppo della ‘Nuova Provincia’ Domenico Carbone: «Non sappiamo come finirà il contenzioso, potrebbero essere riconosciute anche cifre inferiori. Una situazione particolare, perché la stessa Regione sulla vicenda ritiene di vantare crediti (dallo Stato, ndr)». Per il capogruppo della ‘Casa dei Comuni’ Gabriele Giovannini, «l’operazione mette in sicurezza il bilancio per i prossimi anni. La Provincia ha eseguito servizi spendendo risorse che ha rendicontato. E quindi devono essere riconosciute gran parte di quelle somme». Approvata la cessione dei fabbricati e la vendita dei terreni a Tavullia dalla Provincia all’Unione Pian del Bruscolo (astensione per ‘La Nuova Provincia’). Si tratta di aree di proprietà provinciale che ospitano già l’asilo nido intercomunale, l’ampliamento della scuola materna e la sede dell’Unione, non finanziati e né costruiti dalla Provincia ma in suo possesso per accessione: «Dall’alienazione la Provincia ricaverà un milione: risorse che serviranno anche a ripianare il disavanzo 2024 già nel 2025», ha evidenziato il direttore generale Marco Domenicucci. Infine passa all’unanimità l’ordine del giorno presentato dal consigliere provinciale con delega a Viabilità e Ambiente Gabriele Giovannini, condiviso nella forma con il gruppo ‘La Nuova Provincia’, che impegna la Provincia a sostenere la valorizzazione dei servizi bancari, contro la chiusura degli sportelli nei territori montani. Tra gli obiettivi del documento: «Richiamare gli istituti di credito a un ruolo sociale ed economico di riferimento per comunità e territori, scongiurando ulteriori chiusure e tutelando i piccoli Comuni».