PESARO – A Montecitorio la mobilitazione unitaria portata avanti da Regioni, Province e Comuni contro «i tagli insostenibili ai servizi, ai cittadini e all’economia dei territori» assume oggi pomeriggio i connotati di una maratona “non stop”. Gli amministratori, con la regia della triade Conferenza delle Regioni-Upi-Anci, si compattano per contrastare «le misure di carattere ordinamentale considerate sbagliate e offensive della dignità delle istituzioni territoriali e di chi le governa». Una presenza che serve «per dare un segnale forte contro i provvedimenti inseriti nel decreto all’esame del Senato». Mare di governatori, sindaci e presidenti di Provincia in platea. Ma a salire sul palco sono in pochi, una decina al massimo. E tra gli amministratori «prescelti» per la difesa degli enti locali anche Matteo Ricci. Che sale sul palco della sala conferenze per sottolineare in maniera decisa un concetto: «Si stanno uccidendo i territori, a discapito delle fasce più deboli. Un grande rischio anche per la democrazia, che viene sempre più indebolita. E’ sbagliata un’impostazione che ha partorito l’antifederalismo tout court, tutto il contrario di quello che doveva essere e ci era stato detto….». Le conseguenze? «Più buche nelle strade, meno servizi sociali, meno cultura, meno risorse per la scuola. Si è verificato, purtroppo, quello che avevamo previsto da tempo. Ed è così ovunque, in tutto il Paese. La riprova è la presenza di oggi». Dura la vita degli enti locali, tra trasferimenti quasi azzerati, vincoli fissati dal patto di stabilità e «dibattiti poco seri, che non colgono l’essenza della riorganizzazione dello Stato». Ma Ricci non molla perché la causa è nobile: «Serve cambiare marcia. Così non c’è futuro per i territori…» .